Eccomi qui ragazze ad iniziare la mi prima fan fiction ... che bello!
spero proprio che vi piaccia. =)
PROLOGO
Allora immaginate che Jacob non avesse avuto l' imprinting con Nessie ...c he ormai è una ragazza di diciassette anni ... & ...
In uno scontro con i Volturi ... un amore impossibile ... ma indissolubile.
che ne dite? vi incuriosisce? spero di si ... =))
TITOLO: La forza dell' amore
GENERE: romantico
PERSONAGGI: Famiglia Cullen, Volturi, Quiletes e altri
Il tempo.
L' attesa.
I minuti.
Le ore.
Basta,non ce la faccio più.
Jacob era stato via troppo tempo.
Doveva stare solo dieci minuti là fuori.
Erano troppe due ore rispetto a dieci minuti, troppo.
Un ultimo sospiro e, decisa, volai dalla finestra.
Atterrai in punta di piedi e subito mi guardai intorno. La foresta era così silenziosa che mi faceva addirittura paura, il vento mi scompigliava leggero i boccolo ramati.
Il buio era così fitto come la vegetazione. Deglutii e mi avvicinai al sentiero. La luna, così nobile, splendeva nel cielo stellato, era piena e buttava sul sentiero che stavo seguendo un bagliore bianco.
Poi, la meraviglia delle meraviglie, il dono più grande che qualcuno lassù ha fatto all’ umanità e alle altre creature: le stelle.
Per un po’, ingenua, mi persi in quell’ infinito luccichio.
Le stelle mi facevano sempre lo stesso effetto: mi incantai, e mi interrogai ancora una volta sul mistero di quello sfavillare.
Quando osservavo il cielo stellato, il resto del mondo scompariva, si annullava, la magia si impadroniva della mia mente, allontanava i pensieri e la inondava di sogni, di pensieri felici e dolci.
Era tutto meraviglioso e io non capivo più niente, la razionalità abbandonava la mia mente, la logica non mi apparteneva e un altro mondo, più bello, più semplice e felice mi gonfiava il cuore.
Ma la magia si ruppe subito, troppo in fretta.
Un fruscio e un lampo di lucidità mi attraversò la mente come un fulmine squarcia il cielo nei temporali.
Il cuore sembrva volare, il respiro si trasformò in affanno.
Di nuovo, l’ attesa mi schiacciò come un macigno, le mani quasi non me le sentivo più, le gambe stavano per cedere.
Non volevo avere paura, infondo ero mezza vampira, ma contro un vampiro ... potevo difendermi … ma, senza successo.
E poi era me che cercavano, ed io mi ero data in pasto alle belve.
Così, per uno stupido licantropo incosciente.
Il fruscio si avvicinò, e mi sembrò che tutte le voci della foresta si intensificassero.
Alla fine, un urlo.
Il mio.
Qualcuno mia aveva fatto sobbalzare toccandomi appena sulle spalle.
Una mano calda, avvolgente.
< Sei uno stupido Jacob Black! Ti odio! Come hai potuto farmi una cosa del genere? Sono scherzi questi?>
Il lupo di fronte a me continuava a ridere, io ero sempre più furiosa.
<sei un bambino! Quando imparerai a crescere?>
Orami urlavo, la mia voce riecheggiava nel bosco, mi spaventò.
Sbuffai e sospirai.
< ora calmati, nessie, ok? Calma. Non è successo nulla! Ti ho detto che sarei tornato subito!->si difese.
Lo guardavo fisso negli occhi.
< Jacob avevi detto dieci minuti, dieci. Non due ore! Mi hai fatto preoccupare>
Era inutile parlare con uno come lui, troppo caparbio per darmi ascolto.
<senti … non è uno dei momenti migliori, Jake, evita di fare stupidaggini. La foresta è pericolosa, potevano trovarti, e … e … >
La voce si interruppe, perché Jake mi aveva stretto a sé in uno di quei suoi abbracci caldi e così rassicuranti.
Mi cullava al suo petto, dolcemente, come se fossi una bimba piccola, bisognosa di attenzioni.
Sciolsi l’ abbraccio e sospirai.
< non devi preoccuparti per me, sono forte abbastanza. Se il problema è rimanere sola, invece, lì le cose cambiano. Hai ragione, sai? È da pazzi lasciare sola una persona come te. Non lo farò più … hai avuto paura vero?> Rise leggermente sotto i baffi.
<certo! Tanta, ero così in ansia …>
Risposi concitatamente.
Scoppiò in una risata.
<dovevo immaginarlo Nessie, ma non sottovalutarti, sai.>
Aveva frainteso, buffone.
<stupido. So bene, a differenza di qualcun’ altro, i miei limiti. E non li oltrepasso, a meno che uno sciocco ragazzino non mi spinga a farlo. Ero preoccupata, si, ho avuto paura, certo. Ma per te, non per me.>
<nessie. Sei così … adulta.>
Disse con un sospiro.
Qualcosa sussultò nel mio stomaco.
Sapevo bene la mia situazione.
Raccolsi l’ acidità come meglio potevo e risposi guardandolo dritto negli occhi.
<è vero. Io sono cresciuta troppo in fretta, ma io sono cresciuta.. Tu, stupido incosciente, no.>
Non sembrava sorpreso della mia risposta, ma rispose a tono, come se si sentisse offeso.
<vivi nel tuo mondo fatto di concretezza e realtà, sei fin troppo lucida e razionale e non lasci spazio ai tuoi istinti. Devi sentirti di più, ascoltarti davvero.>
Rimasi perplessa, ma ripresi il controllo, furiosa.
< ingrato. Stupido. Incosciente.>
Mormorai e me ne andai stringendo con rabbia i pugni, cercando di trattenere le lacrime che ormai mi ragavano il volto.
Era una situazione abbastanza difficile, ma no, doveva elencare i miei difetti, la mia “razionalità”.
Si chiama responsabilità, caro Jacob, ma tu non sai cosa vuol dire, pensai.
Non so come, ma me lo ritrovai davanti, come un fantasma.
<nessie.>
Fece una pausa, la voce tremava anche a lui.
Alzò una mano e la avvicinò al mio viso, ma io la scacciai e superandolo continuai per la mi astrada.
Mi fermò nuovamente, bloccandomi per la spalle.
<cosa vuoi Jacob?? Ti sei dimenticato qualcosa per caso? Cos’ altro sono, eh? Ti sfugge qualcosa?>
Lo dissi in modo velenoso, proprio come a me è sembrato che lui mi avesse detto quelle cose.
<scusa> mormorò.
< non mi importano ora, Jake. è quello che pensavi, non hai fatto nulla di male. Solo ora lasciamo andare.>
< vedi, ho ragione dannazione! Di quello che senti! ORA!> Gridò.
A quel punto non ci vidi più, e contro ogni mia volontà, davvero dal profondo, la mia mano si sollevò e gli mollò una schiaffo in pieno viso.
<questo è quello che sento, ora.>
Ero turbata da me stessa, da ciò che avevo fatto e mi voltai dicendo:
<jake … >
Non c’era già più, era sparito.
In quel buio mi sembrò che anche me stessa si perdesse in quella sconfinata solitudine.
Non potevo permettermi questo e gridai:
< JACOB! JACOOB!!>
Mi arresi e ricominciai a brancolare nella foresta, con la luna, che a tratti illuminava il mio volto bagnato.
Quando stavo ricominciando a chiamare Jacob, ecco un altro rumore.
Dei passi sulle foglie.
Mi fermai con il cuore in gola e attesi.
<jake?> chiamai.
Ma non era il mio amico Jacob.
Bhèè?? ke ne pensate?
Allora io voglio che i commenti siano sinceri...
L' importante è non offendere =)
Allora fatmi sapere presto la vostra ... così se vi piace continuo... =)
Kiss Kiss